Trudy by Massimo Carlotto

autore:Massimo Carlotto [Carlotto, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-03-11T12:00:00+00:00

7.

Un’auto munita di altoparlante circolava per le strade di Cesenatico annunciando che quel giorno, l’11 agosto, il circo Orfei era arrivato in città e attendeva grandi e piccini per assistere al fantasmagorico spettacolo che aveva incantato l’Europa intera. Semeraro attese che transitasse prima di attraversare la strada e addentrarsi nella zona pedonale del centro storico. Era diretto a piazza delle Conserve, a pochi passi dal Porto Leonardesco, per incontrare un uomo di fiducia del Dottore. Il luogo lo aveva scelto lui: pensava fosse suggestivo ricevere il denaro tra le storiche ghiacciaie dove veniva conservato il pesce.

Nell’attimo stesso in cui mise piede in piazza, al suo fianco si materializzò Saverio Crippa. In mano teneva una borsa da mare di paglia, il cui contenuto era coperto da un asciugamano.

Alex non lo conosceva ma capí che era la persona che lo avrebbe reso ricco. – Il Dottore non è venuto? – chiese.

Saverio non si scompose. – L’indirizzo.

Semeraro lo scandí, allungando la mano e afferrando il manico. – Ci sono tutti?

L’altro non mollò la presa. – Ricordati che devi sparire.

– Domani mattina, – confermò Semeraro.

Crippa si allontanò a passo veloce, mentre Alex attese qualche istante e infilò la mano nella borsa alla ricerca del denaro. Riconobbe al tatto il pacchetto di banconote e si rilassò. Era fatta. Si stupí che alla Nsg fossero cosí spilorci da consegnargli la liquidazione in una borsa di poco prezzo, che tra l’altro lo faceva sembrare un finocchio. Si fermò in un negozio e ne comprò una in pelle: forse le dimensioni erano esagerate ma almeno non rischiava di farsi ridere dietro. Era felice, e non faceva nulla per nasconderlo. Aveva vinto. Prima le scuse del Dottore e ora i dindini. Tanti quanti ne aveva chiesti. Non gli restava che castigare Trudy per dirle addio nel modo giusto.

Mai avrebbe immaginato che la bellina, la donna che voleva castigare con una bella chiavata, in quel momento si trovava alla stazione ferroviaria di Rimini alla ricerca di una delle ultime cabine telefoniche, dato che la società che le gestiva ne aveva annunciato la dismissione entro la fine dell’anno. Tanto meno gli sarebbe venuto in mente che la bellina aveva deciso di chiamare la moglie di Sabatini al numero di casa che aveva reperito sull’elenco telefonico on-line.

– Signora Gori?

– Chi parla?

– So chi ha aggredito suo marito.

– Senta, si rivolga ai carabinieri, – ribatté l’altra in tono fermo. – Sono stufa di ricevere telefonate da parte di gente che ha tempo da perdere.

– La prego, signora, mi ascolti.

La donna rimase in silenzio e Ludovica lo interpretò come un segno di assenso. – È stato un uomo solo, e si chiama Alex Semeraro. Ha agito per conto di un cinese.

– Questo nome l’ho già sentito, l’avrà trovato in rete.

– Si fidi, è stato lui.

– E lei come lo sa?

Ludovica non poteva rispondere. – La ammiro molto e spero che suo marito si riprenda presto, – disse in un soffio.

Uscí dalla cabina e imboccò la via che portava al centro, certa di aver fatto la cosa giusta ma rammaricata dell’anonimato a cui la situazione l’aveva costretta.

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